mercoledì 17 agosto 2016

KING KONG di PETER JACKSON

Tanto L'inferno di cristallo è un classico prodotto del suo tempo, con tutti i suoi codici, regole, visione del cinema e in parte del pubblico/società, quanto lo è questo kolossal di Peter Jackson, uscito nelle sale undici anni fa. Secondo remake ufficiale del celebre film del 1933, opera entrata a far parte della storia del cinema e della società,  viene dopo il rifacimento del 1976, che dovrei rivedere e che ricordo per il finale amaro e non proprio : l'amore trionfa su tutto. Poi c'è stato anche il sequel nel 1987 ed era una cavolata tipica di quel periodo. Mi ero divertito da ragazzino. Da ragazzino. Sottolineo codesto fondamentale passaggio. Si, poi è arrivata na ditta di giapponesi e sto povero scimmione è finito a far la lotta con altri poveri cristi in orribili costumi di gomma.
Non è finita qui, comunque: marzo 2017, uscirà Skull Island, ci sta sempre lui.Dopo una triste storia di bancarotta che lo aveva portato a ubriacarsi di crodini a Roma, Daje kong, daje forte!
King Kong  è il colossal al tempo dei Blockbuster di questi ultimi 10-15 anni. Ne possiede lo spirito, l'anima - de li mortacci.. - l'attenzione assoluta e giustificatissima per quanto riguarda le meraviglie della computer grafica, l'accumulo di avventura, tante cose. Perché è un'opera che ti assale, ti vuole dire e mostrare molto, vuole essere amata,anzi amatissima da te. Pretende di stupirti, ammaliarti, coinvolgerti nelle meravigliose avventure che capitano alla troupe cinematografica e ai marinai.
Te vuoi i negri cattivi cattivi che ballano, come un pariolino sotto effetto della droga in disco, eccoli! Tutti cattivi, selvaggi, animaleschi. Oh, avvisa Salvini che non sono rifugiati, ma semplici attori.
Te da bimbo ti piaceva Jurassic Park, e cosa gravina anche da adulta? Toh, va avanzano dei brontosauri, che poi ce famo le matte risate quando questi fanno un bel capitombolo perchè inciampano uno sul altro, ma davvero matte risate. Che poi, guarda bene, in fondo a destra! Si, si, c'è il cesso, ma trovi pure... Eccoli!  I Tirannosauri.  Tre gajardi e vispi, ci facciamo 40-50 minuti di film che se menano,
Mo che ci penso bene, ma insettoni giganti? No? Ce stanno, ce stanno, nun te preoccupa! 
Mi zio dice che vanno forte anche i pipistrelli giganti, li vuole? Toh, Mo famo cifra tonda e semo a posto, dottò.
Ecco, perché il film non sarebbe male, se non si perdesse a inseguire una meraviglia forzata a dismisura, che alla fine affatica la visione. Non sarebbe male se non volesse creare un'atmosfera da film d'avventura classico e con rimandi ai b-movie degli anni 50-60, ma senza nerbo, forza, e con l'idea che prima o poi Brody troverà un pianoforte e addormenterà i mostri con i classici della musica classica, meglio della camomilla, credetemi.
Peccato perché parte molto bene: le immagini della povertà a New York, il teatro, gli anni magici degli albori del cinema, dialoghi frizzanti e personaggi ben descritti. Ha momenti di grande interesse nel rapporto tra Jim e Mr Hayes, il personaggio di Carl, il regista è un perfetto paradigma dello stravolgimento totale di ciò che è vita e spettacolo. La sua ansia e voglia di filmare tutto non è solo un simbolo dell'industria cinematografica.Non ci sono solo i soldi e il potere, alla base, ma l'idea che filmando crei la vita, sei padrone del destino, qualcosa di epico e malvagio, e Jack Black è bravo e convincente. Cioè, senti la voglia di approfondire quel personaggio, non succede con Brody. 
Per cui questa riflessione sul cinema è di molto interessante, seppure soffocata da quasi due ore di spompata avventura, sottolineata da una colonna sonora  fin troppo invadente e al servizio del film.
Però non è tutto da buttare, ad esempio quella sequenza sul ghiaccio verso la fine è storia. Supera la pellicola, supera tutto. Vi è poesia, in un contesto assolutamente commerciale, e io trovo sia meraviglioso tutto ciò. Leggerezza, commozione e si centra la reale natura di kong. Non un film d'avventura, ma una meravigliosa storia d'amore.  Sulla sua potenza assoluta, capace di far comunicare esseri diversi, e schiacciata dall'indifferenza, violenza, profitto.  In quei corpi che scivolano sul ghiaccio c'è tutto questo.
Peccato per il resto, peccato per la bravura di Naomi Watts.  
Rimane il fatto che,a l di là della riuscita o meno del film, io sto con King Kong contro l'aviazione, gli affaristi, la crudeltà umana. Io sto con sto bestione che scopre l'amore e giustamente per esso si sacrifica. 

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