martedì 23 agosto 2016

Gùeros di Alonzo Ruizpalacios

Si è giovani una volta sola e la sprechiamo - la gioventù- in ideali che urlano scomposti nelle vene, in amori assoluti, amicizie che sfidano l'epica caotica di tempi piccoli e mediocri. Poi passiamo il resto della vita a cercare di trattenerla, a farla rimanere ancora un po' con noi. Quando farci fare l'autografo da un semi sconosciuto cantante è molto di più che questo.
Per fortuna arriva la vecchiaia e poi si muore. L'oblio forse è la quintessenza della pace. Si, ma quanto abbiamo vissuto durante quello spreco di idee, sentimenti, energie, quando siamo giovani davvero. Talmente tanto che ci basta per il resto.
E il resto sono degli interminabili titoli di coda.




Tomas viene spedito dalla madre in città, dal fratello che lì dovrebbe studiare, dopo che ha provocato un grave incidente. Ma il fratello vivacchia dividendo l'appartamento con Santos, mentre l'università vive giorni di occupazione, lotte, sogni collettivi ricchi di abbacinante possanza, troppo puri e disorganizzati, ma di assoluta pulcretudine. Giorni in cui spicca la figura di Ana. Giovane leader- molto contestata dalle teste calde quelle ubriache di purezza, durezza, estremismo, quelli destinati a meravigliose sconfitte. Contenti loro..- I tre in realtà devono rintracciare un cantante tanto amato anche dal padre dei due fratelli. Un mito, una leggenda, d'altra parte quando ci costruiamo i nostri miti? A quaranta anni? No. Prima e durante i venti, direi. Proprio perché il disincanto naturale e necessario, quello che ci fa comprendere cosa siano le cose veramente importanti, è ancora lontanissimo da noi.Anche tanto.
Il film rappresenta molto bene codesto passaggio, gioca ironicamente con il suo esser un film con velleità e tanto spessore "autoriale", ma rimane principalmente un piccolo e profondo film sull'esser giovani, senza puntare troppo su abusati stereotipi, ma sfruttandoli per dar peso e forza ai personaggi, con una malinconia soffusa, sospesa tra tenerezza, impalpabile rimpianto,e il messaggio che la vita non puoi passarla da spettatore, stando ai lati dello scontro, della partecipazione, del condividere con gli altri quel particolare momento, o tutta l'esistenza.


Gùeros- quanto pare un insulto che alcuni messicani rivolgono ad altri, forse a quelli che vengono dal nord, perché più pallidi rispetto agli altri, ma non ne son sicuro eh!- è girato in un bellissimo bianco e nero, a volte sporco, che esplode però in veloci sequenze di assoluta raffinatezza e bellezza. Io e mia moglie l'abbiamo visto, in anteprima. all'arena estiva di Campo di Marte a Firenze. Quando uscirà nelle sale, rubate un po' di tempo all'ennesimo film della Marvel o della Dc, magari fosse quella leggendaria dei nostri super eroi Andreotti, Gava ecc- perché, come dice quella vecchia canzone

"l'impresa eccezionale, credimi, è esser normale"


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