lunedì 17 novembre 2014

TUTTA LA VITA DAVANTI di PAOLO VIRZI'

La precarietà sul lavoro ha generato , come unico risultato, la precarietà negli affetti, negli obiettivi personali, nelle relazioni, nella vita quotidiana e nei progetti futuri.
Nonostante spesso sul luogo di lavoro si cerchi di creare ambienti dinamici, moderni, allegri,di forte cameratismo,che però celano una gerarchia feroce con in cima le peggio teste di cazzo.
Si, dei miei dieci anni di precarietà rammento colleghi idioti illusi di chissà quale premio di consolazione da parte del padronato e padroni, o meglio datori di lavoro, ( ma quale lavoro per cortesia? Quello che mi date 100 euro dopo tre mesi?), tanto amiconi e diamoci del tu, quanto farabutti  sotto ogni punto di vista.
Se il lavoro fisso annoia,ecco: viva la noia. La noia di avere uno stipendio,comprare casa, sposarsi e metter su famiglia.  Tutto questo seppure in forma di commedia è ben evidente in codesta pellicola .



Sai che ai tempi, visto che io ho debuttato proprio ai tempi bellissimi e pionieristici del Pacchetto Treu,mica ti capivano se dicevi : sono precario.  I più anziani ti invitavano a lavorare in fabbrica, ( che poi sono quelle chiuse dopo pochi anni,alla faccia del lavoro sicuro), i colleghi con il lavoro fisso ti consideravano un simpatico intruso e non è che poi assumono loro e io? I sindacati si arrampicavano, con buona fede, sui vetri. C'era stato un prima, dove le cose erano chiare: da questa parte " noi" gli eroi della classe proletaria. Lavoratori , uniti perché sotto padrone e sotto la dittatura del capitale e dall'altra la ciurma dei padroni e dei suoi collaborazionisti- i sottoproletari e i piccolo borghesi. Tutto chiaro,semplice,ordinato
Poi è arrivata la mia generazione: tanto abile nel dirti i nomi dei personaggi e protagonisti dei Goonies,quanto idiota in fatto di diritti lavorativi. Ognuno perso nella sua illusione di vincere il portachiavi come impiegato del mese, o il famoso viaggio a miami con i capi, ognuno certo di non andare da nessuna parte.



Vedere Wolf of Wall Street e codesta pellicola di Virzì una dopo l'altra mi ha fatto riflettere come il capitalismo turbo,senza regole, basato sulla percezione del guadagno e di una ricchezza senza responsabilità sociale,anche solo di facciata, unita alla deriva individualista e di corsa all'arricchimento alla cazzo di cane da parte delle classi subalterne abbia generato una folle allegria immotivata che nasconde in sostanza la più feroce e tragica delle tristezze. L'uomo che in tempi di fortissima crisi del lavoro diventa sempre più simbiotico con il suo lavoro, ( incerto nel caso della pellicola italiana, pressoché illegale in quella americana),ma non c'è reale indignazione per queste cose.  Anzi: si la gente si arrabbia,si incazza,ma accetta.
E così si ritrova  a vivere malissimo la sua condizione,ma per carità non dirmi di impegnarmi in prima persona .


Io ai tempi ho partecipato a un grande sciopero all'interno di un noto centro commerciale e ho fatto in modo che alcuni precari non si prestassero a lavorare al posto degli scioperanti.
Un momento è stato: poi le tenebre,.come sempre

Parliamo del film! Marta è una giovane che si è appena laureata con lode in filosofia,ma come tantissime non riesce a trovare un lavoro decente. Marta è una ragazza normale,come tante. Ha una madre malata terminale,un ragazzo che è andato a far carriera in america,vorrebbe aver l'occasione di lavorare nel settore in cui ha lavorato,ma nei nostri tempi di prendi i soldi e scappa ,di guadagno immediato e fotti tutti,cosa vuoi che conti la lentezza e profondità del pensiero? La bellezza negli occhi e nell'anima,il sapere, cosa vuoi che conti l'uomo? A parte i vestiti che indossa e il denaro che fa. La cultura che fattura , che fa utili, che fa guadagnare,semplifichiamo tutto: massa di coglioni!
Bè,lei trova casa presso una ragazza un po' svampita e in cerca di stabilità affettiva e lavorativa: Sonia Si affeziona alla sua bambina,crede di innamorarsi di un combattivo ma solitario sindacalista , e si perde nel favoloso mondo del call center. Deve riuscire a piazzare un inutile robottino a casalinghe e pensionate.
All'inizio il lavoro le piace,ma piano piano scopre l'orrore di vite vuote, della feroce competizione individualista e rancorosa di colleghe e colleghi,di vivere una vita che non è tale e nemmeno l'illusione di essa,ma che si basa su enormi cazzate e cameratismi idioti.
Scopre il capitale e la sua essenza.


Voglio dire una cosa: io ho sbagliato e chiedo venia. Si, ho sbagliato perchè accecato dall'idealismo pezzente dei settaristi,di quelli che sono puri e duri e moooooolto fuori dai meccanismi della vita. Così ho criticato questo film con pretesti idioti e campati in aria.
Certo,compagni! Questa è autocritica pubblica, una funzione doverosa per tutti i compagni.
 Facevo paragoni con Petri e Volontè, senza capire che sono altro e oltre rispetto a Virzì, certo,ma che il regista livornese è l'unico in Italia ora come ora a fare bellissime commedie sociali. Dietro a una battuta, a un sorriso,a una risata,c'è sempre la tragedia,l'accusa,l'amarezza. E poi, cosa assolutamente non da poco, c'è l'umanità. Ci ricorda che noi non siamo il nostro lavoro, l'astrattezza di un'idea senza concretezza nel reale,ci ricorda che possiamo anche chiedere scusa alla pensionata derubata, ( e il pianto di Marta è uno straordinario ritrovare la propria condizione umana),certo voi vi nascondete dietro al cinismo,al pessimismo di comodo,al plauso del cattivo che vince, non costa nulla.
Ti dice: il mondo fa schifo accettalo. Non solo non combattendo per le strade,ma accettalo nel tuo intimo,annullando la voglia di amare,comprendere,conoscere gli altri. Tenetevi la merda, tenetevela tutta. Io non smetterò mai di amare e aver fiducia nel genere umano. Perché siamo meglio di quello che molti furbi vogliono farci credere
La bontà nel confronto degli altri oggi viene vista come : 1) cretineria, 2) ipocrisia, comprendi che ti stanno coglionando o no?La bontà è la massima rappresentazione dell'essere vivente,di noi uomini
Per questo il finale di codesta pellicola è stupendo. Ci dice: puoi fare anche tu come Marta, puoi smettere di dire : ma che me frega e dire: si mi interessa e come.
Inoltre la pellicola ha dei personaggi davvero scritti benissimo, cosa che non avevo colto la prima volta, gente disperata e senza equilibrio. Che sbaglia tantissimo,che cerca rifugio da qualche parte,che non conosce l'idea di amare,ma ama e lavora.



Bravissima Isabella Ragonese e il resto del cast da Elio Germano,ormai dopo Leopardi lo sto rivalutando, Micaela Ramazzotti, ( ottima anche come voce in Her), Sabrina Ferilli e Massimo Ghini, per finire con Mastrandrea, sempre in parte.
La commedia italiana deve fare questo: dietro il sorriso mai nascondere l'orrore. E qui si avverte benissimo.

ps: io avevo la tessera Nidl. Io sto con il sindacato,sempre.

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