domenica 12 ottobre 2014

CLASS ENEMY DI ROCK BICEK

Ieri pomeriggio sono andato, con Valentina, al mitico cinema Mexico di Milano.  Mitico perché da decenni un giorno alla settimana si proietta il Rocky Horror Picture show con tanto di intervento del pubblico. Così narra la leggenda. Amen
Però il Mexico proietta anche altri film ed effettua una buona scelta di pellicola di un certo interesse,sopratutto per noi spettatori Indisciplinati. Tra le altre, spunta questa buona opera slovena: Class Enemy



Un film decisamente interessante perché affronta i temi dell'adolescenza e dell'insegnamento con una certa precisione,attenzione ai personaggi,e un certo rigore che non fa mai male.
In un liceo sloveno arriva il nuovo professore di tedesco, sostituisce un'insegnante che lascia la cattedra perché deve partorire. Mentre la donna mira a esser amica e complice dei suoi studenti, il nuovo arrivato si comporta da professore .Chiede che gli studenti si applichino allo studio,che siano preparati. Non è il loro amico,è il loro professore. Severo,autorevole,ma sbaglia non capendo che gli studenti adolescenti sono abbastanza fragili,vivono un'età di stereotipi, lo sono loro stessi e lo siamo stati noi, di assolutismo spicciolo, di ribellismo "fracazzone", ( si è una delle mie parole composte : fracasso +  bè avete letto e quindi compreso).
La situazione precipita quando una studentessa si uccide e diviene pretesto per un'assurda,immotivata, guerra , al nuovo arrivato.



Il merito del film, per me , sta nel suo mostrare gli adolescenti come persone piene di istinti anche belli ,ma usati un po' alla cazzo di cane. Sentono il peso della morte della loro compagna,ma hanno momenti anche di assoluta indifferenza verso di lei e per il gesto da ella commesso. Danno del nazista al professore- che invece è uno stimatissimo professionista - e sono razzisti con gli stranieri. Si ribellano confusamente contro il sistema,ma ne fanno parte. Il suicidio di Sabina è solo un pretesto per potersi scatenare, e mostrare la rabbia e il disagio repressi.
Però non è affatto un'opera consolatoria, non devia - per fortuna- verso il sostegno acritico, in quanto giovani e quindi vanno capiti che so ragazzi, tipico di certo modo di pensare occidentale.


Che dietro a un bel pensiero di parità con i giovani, in realtà nasconde il fallimento e la irresponsabilità degli adulti che rifiutano il loro ruolo: quello di educatore.
Gli adolescenti sono ex bambini che devono imparare a diventare adulti. Non funziona che li lasciamo parcheggiati in eterno in un certo periodo di transizione della vita. Come capita oggi,e come tu stessa , cara lettrice, e tu stesso, bella gioia di un lettore,potete valutare frequentando amici e persone in generale.
La preside, piuttosto,che richiamare i giovani si preoccupa dei giornalisti, c'è un sottile menefreghismo da parte dei colleghi-  con la professoressa di educazione fisica che dà man forte agli studenti,per vendicarsi di un galante rifiuto da parte del collega-una insoddisfazione latente e pronta ad esplodere un po' in tutti.

Certo, il film come tutte le opere non è perfetto. Però a me è piaciuto perché affronta bene i temi del lutto, della manipolazione degli eventi per dar sfogo a insoddisfazioni personali, del ruolo di chi fa scuola o comunque si deve occupare di giovani vite in formazione. Non credo che debba essere loro amico,ma un Esempio. Autorevole,severo,e partecipe.


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