lunedì 15 settembre 2014

VITE VENDUTE di H.G. CLOUZOT

Tratto dal romanzo di George Arnauld: le salaire de la peur, ( il salario della pauro.Titolo mantenuto per il remake di Friedkin), " Vite Vendute" è tra le massime vette artistiche di un eccelso, straordinario, leggendario regista francese: H. G. Clouzot. Autore di numerose pellicole gialle, thriller,opere cariche di tensione, non del tutto disciplinate e addomesticate, classico esempio di uomo che agisce nel genere, ma non lo subisce . Spiazzando spesso con soluzioni o finali poco concilianti.


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In uno sperduto paese centro americano, ( devastato dalla miserie, dalla corruzione, dalla violenza), si ritrova un gruppo di persone allo sbando. Ognuno di loro ha dovuto lasciare in fretta e furia la sua terra, il suo paese, per trovare scarsissima fortuna in quel posto dannato anche dal diavolo,talmente faccia pena e schifo. Come spesso capita, però, questa terra tanto bestemmiata e maledetta, ha una cosa che fa gola ad alcuni. Sai di cosa si tratta? Petrolio. E sai chi sia interessato a fare tanti soldi grazie ad esso? Si,hai indovinato: agli americani.
Un giorno un incidente a un pozzo scatena l'inferno in terra. Ci sono morti, feriti,ma quello che interessa è fermare codesto incendio e ritornare a trivellare .  I soldi non possono aspettare. Così un ex contrabbandiere e pezzo grosso dell'esercito yankee decide di utilizzare proprio costoro, ( i poveracci stranieri in terra straniera), per risolvere la situazione.




Da questo momento il film diventa tesissimo. O forse sono io che sono impressionabile, che ne so. Ad ogni modo, non c'è scampo per i quattro. Percorsi accidentati, buche che nemmeno quelle tanto amate e idolatrate dalle folle romane,e tensione fra alcuni di loro. Film che pur avendo passato i sessanta anni ha una perfezione tecnica, una sapienza nel saper inscenare la paura,la tensione, ( vedi la scena dei quattro che devono far saltare un masso),e nel frattempo, mentre tu stai in pena per la sorte di costoro,ecco che viene svelata l'umanità: ferita,impaurita,impavida,smargiassa,ma sempre in bilico sul precipizio. Clouzot ci mostra uomini che dalla vita hanno ricevuto gloriose bastonate. Gente invisibile , abbandonata, in balia di un destino cinico e baro.Ma quei quattro è difficile scordarli.



Perché non vi è intento moralistico nel descriverli. Non si vuole insistere sul melodramma di queste vite sbandate,ma nemmeno condannarle all'inferno. Ci vengono mostrati come uomini. Che fanno cose giuste o sbagliate, come tutti. La miseria, la solitudine, l'ambizione possono rovinarli. Come anche la paura che toglie al bulletto Mister Jo ogni potere carismatico sul giovane e scalpitante Mario. Eppure anche tra loro,dopo tante cattiverie e liti, arriva un piccolo momento di tenerezza e lacrime.

Come ebbi modo di scrivere tempo fa: recuperate i film di Clouzot. Fatevi codesto regalo,cari amici e amiche  bloggers e non solo. Reputo i suoi film piccoli gioielli di tensione,ironica amarezza, cinica umanità ma mai con la crudeltà del bullo alternative-chic,ma con il dolore di un grande uomo e artista.



Questo film , forse, è il suo migliore. Con scene perfette, la sensazione di stare su quei due camion, il caldo torrido delle cabine e del clima sud o centro americano. L'odore pungente della povertà,della miseria,il destino segnato e un finale che dire beffardo e bastardo è pochissimo. Nondimeno vi consiglio di recuperare le sue opere come I diabolici e sopratutto Il corvo. Non solo gialli tesissimi,ma indagine acuta sulle debolezze e miserie umane. In ogni caso: buona visione!

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