lunedì 23 dicembre 2013

LARS E UNA RAGAZZA TUTTA SUA di CRAIG GILLESPIE

Si, sono in periodo natalizio permanente. Lo dico subito,per tante ragioni e motivi il vecchio davide brontolone e scassaminchia sta lasciando spazio a un tizio che crede nei sentimenti e nella sacrosanta condivisione di essi.
Dio delle città e delle immensità, mi sa che finirò per diventare un adepto di Spilby e nel credere a babbo di minchia natale,ma è un rischio che son pronto a correre.
E  per continuare il discorso iniziato due post fa , non c'è niente di meglio di questa splendida,piccola, ma importante pellicola: Lars e una ragazza tutta sua




Tu ora mi dirai: ma come si fa a far un film in cui una comunità finge che una bambola gonfiabile sia la morosa del protagonista? Ma che balle! E invece i tuoi eroi che sfrecciano sulle strade sfidando l'idiozia umana e la legge di gravità , è roba vera ?

Ecco, questo è il punto: chi ci ha detto che bontà,solidarietà sociale, legami forti e solidi, comprendere gli altri, compassione ma senza presunzione siano cose negative e false? Quando è cominciato tutto questo? E poi ce lamentiamo,anvedi!

Per questo un film all'apparenza piccolo e semplice dovrebbe farci riflettere. E mica ora perchè siamo a natale eh! In generale. Io ho voglia di cinema dal volto umano, di empatia, di quel sano positivismo non campato in aria,ma doveroso. Dunque non ci ammorberai più con i drammoni danesi? Cor cazzo, certo che lo farò. Contraddizioni, la mia natura è questa.

Ora parliamo un po' del film.




Lars e Gus sono due fratelli, il secondo si è sposato ed è in attesa di un figlio. Un uomo normale,con una vita normale, e un fratello invece particolare. Infatti Lars ha grossi problemi nel relazionarsi agli altri. Sì, è un uomo buonissimo,ma ha paura del contatto fisico e del coinvolgimento affettivo con le persone. Anche se c'è una sua collega che gli fa il filo, come diciamo noi giovani eh,e nonostante le premure della cognata ,egli è convinto di esser solo e difende la sua solitudine.
Fino quando, un giorno, arriva un pacco. E lì dentro c'è la chiave che lo porterà ad aprirsi agli altri: Bianca.
Una bambola gonfiabile, che lui però tratta come fosse una persona vera.

Ecco fosse gestita da altri autori o fosse girata in Italia, hai voglia: la fiera del doppio senso scadente, venduta come umorismo scorretto e cattivo- io quando sento questi due termini, scorretto e  cattivo bestemmio sempre.Spesso sono puttanata fate da deficienti- invece qui la bambola gonfiabile diventa il simbolo della condivisione, della solidarietà, dell'aiuto reciproco e sopratutto quel veicolo per parlar di sè agli altri.



C'è una tenerezza in punta di piedi,perchè non è un film "buonista" non intende calcare la mano sulla facile emozione. Anzi, a suo modo , nella sua delicatezza , vi è una profondità davvero forte.
Un film decisamente maturo e adulto, che ci dice come a volte la solitudine non sia tanto un problema degli altri,ma nostro. Una difesa che ci fa male, una prigione che non vogliamo lasciare.

Lars invece scoprirà che la gente è disposta ad aiutarlo,magari imbarazzati,ma l'aiuto arriva e nel finale , splendido e commovente, riuscirà a risolvere i suoi guai. L'amore è un dono che hanno anche le piccole persone,quelle che distrattamente ci sfiorano ogni giorno

Credo proprio che non esista film migliore da vedere dopo la visione dell'ultimo film di Stiller, perchè entrambi ci rammentano cose semplici,anche banali,ma sai...visto i tempi, è sempre meglio ripeterle

Ps: chi continuasse a definire mediocre Ryan Gosling si metta dentro al Wicker Man e aspetti che arriviamo con le torce. Un grandissimo attore che rende una pellicola già buona,decisamente ottima
Una interpretazione misurata e coinvolgente. Bravissimo.

4 commenti:

hetschaap ha detto...

Bellissimo film con una sceneggiatura perfetta che riesce a farti sospendere la necessità di verosimiglianza che spesso cerchiamo al cinema per renderti credibile anche il presupposto che sta alla base del film. Vale la pena chiedersi come ci riesca. E la risposta è una sola: attraverso i personaggi. Tratteggiare personaggi credibili e convincenti, pur se calati in una situazione irreale, rende tutto estremamente vero e non ti domandi più se quello che stai vedendo sia realistico o meno. I più grandi autori di letteratura fantastica o horror hanno capito molto bene questo principio. Penso, naturalmente, a Stephen King che riesce a farti credere alle storie più assurde solo perché le infarcisce di personaggi assolutamente realistici. E così questo film. Perché quello della bambola gonfiabile è un semplice pretesto per descrivere ed amplificare la solitudine del protagonista, per spingerci a provare empatia per lui. Se poi il protagonista in questione lo si affida a Ryan Gosling allora il gioco è fatto!

babordo76 ha detto...

esatto, ci si ferma alla bambola gonfiabile.Confondendo il film con una commedia basata sulla comicità. Invece è un dramma delicato,ma non omertoso. Dice cose importanti e condivisibili.
Grandissimo Gosling e ottima Emily Mortimer

Bruno ha detto...

Non l'ho ancora visto, anche se mi sono approcciato alla visione molte volte, prima di scegliere altri film... maledetta possibilità di scelta !

babordo76 ha detto...

ecco,leviamole ste possibilità e imponiamo la visione dei film belli belli belli in modo assurdo alla gente.
Questo è uno di quelli