domenica 3 marzo 2013

NUOVO CINEMA ITALIA:IL VENTO FA IL SUO GIRO di GIORGIO DRITTI

Credo che il mio post precedente dedicato al cinema italiano da salvare mi abbia giovato assai,non in termini di contatti che i record spettano sempre ai film I Compagni e ai due speciali sul cinema glbt e quello sul festival del cinema lesbico. Il che mi rende orgoglioso di avere un blog non acclamato, se non da me stesso e questo rientra in un discorso di spropositata megalomania intellettuale,ma con un pubblico di comunistacci ,(il film di Monicelli),e che rientra nelle simpatie dei nuovi soggetti sociali,quindi sicuramente non mi si potrà rinfacciare di spirito reazionario o conservatore. Comunque:il cinema italiano ha grossissime e profondissime crisi,certo. Lo avverti nel cinema medio,nelle commedie sempre più svuotate da elementi caustici,amari ecc..e dal cinema borghese di una cucina due bicchieri e gnè gnè. Ci sono questi problemi ed è stupido non notarli.
Nondimeno è anche stupido essere , come fanno in tanti, esageratamente esterofili. A prescindere, poi quando leggo: perchè in America e bla bla bla,ma vai in America e poi vediamo che fai,e guarda non son Fassino.Non sbaglio mai,io.
Quindi andremo a celebrare quelle opere nazionali che meritano di essere spinte a nuove ed ulteriori visioni,perchè hanno cose importanti da dire o son ben girati ,o piacciono a me.
Si chiamerà questa rubrica:Nuovo Cinema Italia. Di nuovo avrà poco,eh..ma vedo che in Italia porta fortuna,basta che uno stronzo qualsiasi si definisca Nuovo e tutti a seguirlo e votarlo,no?

La pellicola è del 2005 ed è stata una gradevolissima sorpresa all'interno del panorama grigio italico,oltretutto ha vinto numerosi premi anche internazionali,segno che quando un film è bello e ha cose importanti da mostrare ,bè non importa il grado di difficoltà che impone o altro,verrà riconosciuto.
La storia è quella di Philippe ex professore di liceo francese che stanco della vita quotidiana decide di ritornare alle origini del genere umano,riprendendo i legami con la terra. Così si sposta sui Pirenei con la famiglia e fa il pastore., sfruttando le sue capre per l'attività di formaggiaio.
Purtroppo dove si trova costruiranno una centrale nucleare,così decide di spostarsi in Italia e precisamente nel paesino di Chersogno,tra le montagne di Cuneo,dove da secoli vive la comunità Occitana.
Il paese è semi abbandonato,sono quasi tutti andati via,son rimasti i vecchi legatissimi alle loro tradizioni,alla loro ristretta visione della vita,sempre in perenne sospetto nei confronti dei forestieri.
Infatti non accettano subito il nuovo arrivato che vuol vivere con loro,ma il sindaco coglie l'occasione per un rilancio del paesino,l'arrivo di gente nuova potrebbe portare anche altri a visitare il luogo,le nuove capre incrementare l'economia stagnante di quei posti e così via. Daje e ridaje alla fine trovano a Philippe una casa.Anzi tutto il paese collabora a metter a posto un rudere fatiscente e trasformarlo in un bel posto per vivere con la famiglia.
Sembra che le cose vadano bene,ma ben presto la situazione precipita. L'invidia di una vecchia del luogo,l'invadenza dei paesani che per carità mica mettono in discussione la loro cultura morta e sepolta,la loro vita insignificante e noiosa,il loro razzismo basato sul pensiero bacato di chi non conosce niente e nessuno,che si scontra con un elevato e non sempre opportuno tasso d'individualismo del pastore francese.
Così da piccole offese si passa ad azioni sempre più disturbanti ed odiose,meschine, da parte di gente che verrà rammentata solo per le canzoni dei Lou Delfin eh.
Si,devo essere sincero, non è che provi simpatia per i paesani,proprio perchè usano mezzi infantili e crudeli per far valere le loro ragioni,che spesso non esistono affatto. D'altronde l'altro essendo francese ha torto per principio,ma di fatto non crea problemi gravissimi agli abitanti.
Il film quindi pone in evidenza lo scontro culturale,e usando una parola che detesto:la tolleranza del "diverso". Già San Remo, che è la nostra avanguardia culturale, ci aveva pensato ai bei tempi con la canzone:Gli Altri siamo noi,per ribadire che è solo un casuale motivo di maggioranza che pone la differenza fra noi e gli altri eh!
Non una superiorità di razza o altro. Solo una fottutissima casualità. Oltretutto il tempo avanza ed esclude per vari motivi intere culture e popoli, e se ci fate caso ne son scomparsi ingoiati dal cambiamento,quindi è chiaro che una persona nata e cresciuta con quel tipo di educazione e cultura faccia di tutto per resistere e pratichi , per difesa, azioni non sempre gradevoli.
La società multiculturale non nasce da noi per esigenza di convivenza e dialogo cooperativo tra popoli,ma perchè il Capitalismo spinge diverse persone a lasciare le loro terre per migrare da noi,con l'illusione di trovare ricchezza, libertò ,civiltà, chiaro che capiti qui e trovi :crisi,leggi xenofobe ed analfabeti legaioli,e insomma ..Non è un paradiso.
Tuttavia la società multi razziale e culturale è il nostro futuro,piaccia o no L'Italia non è una sperduta zona tra le montagne con una sua antichissima lingua e cultura che umanamente è comprensibile sia ragione di vita per gli abitanti di quella parte di Nazione. Culture anche importanti, da riscoprire ,perchè fanno parte della grande storia del nostro Paese,ma chiaramente perdenti nei confronti del processo sociale,politico,economico, in corso.Talora è la paura che ci fa chiudere in noi stessi e che ci porta a detestare avversari immaginari.Così uno odia gli stranieri perchè non ha il coraggio di prendersela con i capitalisti che gli rovinano la sua vita di cittadino e lavoratore, altri se la prendono con i gay , non per via dei pessimi gusti musicali, ma perchè simbolo di perversione,senza sapere nulla della vita degli uomini o donne gay,della loro assoluta e totale normalità e umanità, delle cose che ci uniscono tra noi e loro. In questi tempi vedo un paese sempre più oscurantista e con strappi forti verso un modernismo di facciata. Ridicolo in entrambi i modi.
Il film di Dritti pur parlando di una realtà particolare e precisa,in sostanza è una pellicola decisamente universale perchè ci rammenta a tutti che la reazione il conservatorismo sono elementi funesti,che non aiutano non solo gli altri, vittime delle nostre volgari e sciatte considerazioni ed azioni,ma anche chi si comporta in quel modo. Non è ammissibile la brutalità di pensiero che comporta un certo modo di comportarsi, nondimeno dall'altra parte ci ricorda che se tu vuoi proporre cambiamenti radicali, vuoi inserirti in un contesto,devi viverci e rispettare quel contesto e poi puoi proporre con calma e moderazione i dovuti e naturali cambiamenti. Chiudersi nell'auto emarginazione, nella rappresentazione del proprio desiderio e problematica di minoranza,affidarsi a pessimi portavoce, non è azione intelligente,chiaramente la reazione ne esce più forte e dura.

Lo ripeto durante la visione, che pare essere derivata da una storia vera vista dallo sceneggiatore del film Fredo Valla., ho patteggiato totalmente per Philippe, tuttavia il suo comportamento individualista è assolutamente nocivo.L'individualismo è una bruttissima malattia, vista da noi come invece qualcosa di positivo, sono i veleni della controcultura yankee che colpiscono i più deboli e sprovveduti di noi, mentre il senso di collettivismo, non tanto comunità, è fondamentale per vivere decentemente con gli altri
La partenza di Philippe è una sconfitta per tutti e il finale amarissimo che vede protagonista il matto del paese,è un ulteriore passo verso la condanna di una umanità chiusa su sè stessa.

Fa specie che un film così particolare e chiuso su una realtà ben specifica abbia ottenuto un debutto di successo all'interno del London Film Festival, per poi essere premiato internazionalmente. Ci dovrebbe far meditare a lungo. E ma voi rimanete sempre lì a pensare,cinema italiano brutto perchè non fa sci fi oppure horror,come se questi generi ci appartenessero e non fossero elementi usati per far soldi durante un periodo che non torna.Certo manca il cinema di  genere in Italia,ed è un problema molto serio e da non sottovalutare,ma questo non vuol dire che sia Il Cinema Italiano a far schifo del tutto.Ci sono cose validissime.
Curiosità questa pellicola è stata in cartellone al cinema Mexico di Milano per ben due anni.
Io vi consiglio la visione perchè merita moltissimo e poi,non lasciatevi trasportare dalle emozioni negative che possiate provare nei confronti degli abitanti di quel posto,cercate in rete informazioni sulla cultura occitana e andate ad ascoltare le bellissime canzoni dei Lou Delfin. Il nostro mestiere di uomini è di vivere la vita,ogni giorno sconosciuta,ti amo mia fragile compagna che a volte impara ed altre insegna ...Vabbè,volevo citare Battisti

2 commenti:

hetschaap ha detto...

Ho visto questo film un po' di tempo fa per caso e non l'ho neppure finito, sempre per caso. Devo recuperarlo perché mi stava piacendo non poco quando ho interrotto la visione. Sicurament è uno di quei film che ti restano dentro, soprattutto per l'inquietuine he lo pervade.

babordo76 ha detto...

si,è un grande film.Seppure dai costi contenuti,ma ha una perfetta regia e una drammaticità che scorre elettrica sottopelle ,indimenticabile